CRISI DRAMMATICA DEL TURISMO ABRUZZESE? Federturismo Abruzzo replica alle dichiarazioni di Assoturismo Abruzzo: la responsabilità è anche delle imprese!

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Federturismo Abruzzo ha replicato con fermezza alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Regionale di Assoturismo Abruzzo, Daniele Zunica, che ha denunciato la situazione drammatica del turismo, abruzzese e in particolare teramana. Esplicitate nell’articolo pubblicato ieri su un quotidiano abruzzese le ragioni, a parere di Zunica, della crisi, tra queste: la mancanza di voce in capitolo degli imprenditori e la presenza di affaristi del settore, i divieti di balneazione, la sconfitta delle 13 Destination Management Company accusate di non fare promozione, la mancanza di un brand della teramanità, la carenza infrastrutturale che ha inciso pesantemente sui flussi turistici tedeschi ecc.

Dichiarazioni molto forti, raccolte da Dario Colecchi, Presidente di Federturismo Abruzzo e del Polo del Turismo abruzzese, che ha voluto rispondere con chiarezza e puntualità alle dichiarazioni del Presidente Zunica, attribuendone la responsabilità anche alle imprese, agli imprenditori del settore.

  “Abbiamo lavorato molto negli ultimi anni per ridisegnare la governance del turismo abruzzese -ha dichiarato il Presidente Colecchi- e ritengo doveroso riprendere le dichiarazioni di Zunica per un confronto costruttivo rispetto a quanto emerso. Ritengo fortemente anacronistico il riferimento alla mancanza di un brand della teramanità, condivido invece l’obiettivo di puntare sempre più sul brand Abruzzo, che faccia leva sul rafforzamento di una forte e unica identità turistica e sulla percezione di un sentimento identitario comune, che porta con sé la definizione di strategie unitarie, azioni comuni, un vero e proprio lavoro di Sistema verso obiettivi condivisi.

Attribuisco la responsabilità della crisi drammatica a cui Zunica fa riferimento innanzitutto alle imprese, agli imprenditori del settore, per troppo tempo abituati ad un sistema ormai attempato e non più esistente, dove finanziava “Pantalone”, ovvero la Regione e le Camere di Commercio che con ricchi budget contribuivano a fiere ed eventi di settore. In tal senso gli affaristi del settore, richiamati nell’articolo, mi sento di ricondurli proprio al vecchio sistema.

 E’ di recente approvazione – continua Colecchi- la legge regionale “Il sistema di governance turistica regionale”. Fermo restando i ritardi verificatisi nella definizione di nuovi strumenti e che negli ultimi anni sicuramente abbiamo perso terreno, invito il Sistema a rimboccarsi le maniche: nella nuova governance regionale gli imprenditori del settore hanno voce in capitolo e contribuiscono anche e soprattutto economicamente al turismo regionale: di certo il primo passo da fare in questo senso, che suggerisco fortemente al Presidente Zunica, è quello di entrare a farne parte e di contribuire al Sistema a livello progettuale e propositivo, lungi da sterili opinioni populiste.

Per quanto riguarda la critica mossa dal Presidente Zunica alle DMC –afferma Colecchi- forse 13 DMC potrebbero essere troppe, ma sono stati proprio i territori ad autodeterminarle, presentando un master plan di investimenti infrastrutturali, che vede peraltro al primo posto la depurazione e la ripulitura dei fiumi, causa principale della non balneabilità. Al riguardo ci tengo a precisare che le risorse regionali sono state stanziate da tempo, proprio tenendo conto di quanto segnalato dagli operatori, ma non riescono ad essere cantierabili, proprio perché l’intero sistema si è “incartato”.

Sono certo comunque che le DMC nel tempo evolveranno e quelle che si affermeranno rappresenteranno l’identità turistica del territorio. Chiarisco però che la promozione non ricade a livello delle DMC, bensì a livello regionale.

Il Presidente Colecchi, risponde brevemente anche agli altri elementi emersi dalle dichiarazioni di Zunica, proponendo, dove possibile, anche percorribili soluzioni: per i problemi di viabilità, ad esempio, comuni a tutte le Regioni Italiane, propone l’esaltazione del Patto di stabilità, stipulando specifici accordi con le municipalità tali da declinare alcuni servizi ai privati, peraltro a prezzi più competitivi, alleggerendo la pressione fiscale. In riferimento al modello emiliano proposto anche dall’opinionista di Rai Uno, Cianciotta, di sicuro -sostiene Colecchi- potremmo prendere come esempio i loro modello e puntare al brand Abruzzo, tenendo conto comunque delle forti differenze che esistono tra il turismo di massa emiliano e quello di nicchia e qualità di cui l’Abruzzo è un eccellenza, ma carente nell’offerta del territorio che proprio le DMC sono chiamate a proporre e valorizzare.

Un’ultima precisazione sulla incapacità del teramano, richiamata da Zunica, di attrarre i flussi tedeschi: anche in questo è responsabile l’impresa, ripensiamo ai contratti con i tour operator tedeschi disdettati nel post sisma -sui quali non vado oltre- e che ci vorrà del tempo per riportare nella nostra Regione.

La situazione che il turismo ha vissuto e sta vivendo, conclude Colecchi -lungi da sterili critiche populiste- richiede il mea culpa di tutto il sistema, delle imprese, della Regione, delle Camere di Commercio, delle Associazioni di Categoria e proprio come Sistema dobbiamo lavorare e impegnarci attraverso i nuovi strumenti per il nostro territorio, per la nostra splendida Regione”. 

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